lunedì 20 settembre 2010

Questo, quello, cupcakes e……Tutorial per voi!!!

 

Magnifico! E’ stato davvero edificante leggere ogni vostro singolo commento al mio precedente post.

Non so come spiegare quanto sia importante per me conoscere le vostre considerazioni su certe cose.

Soprattutto perchè spesso mi pongo in maniera piuttosto brontolona nei confronti di certi lavori

che realizzo e non vorrei darvi la sensazione di una che non si accontenta mai.

Così, per caso, un giorno, butto lì un argomento che mi riguarda ed ecco intavolata una bellissima

discussione in cui scopro che più o meno siamo in parecchie a pensarla   alla stessa maniera.

Comunque è divertente tutto ciò. Voglio dire, trovare un argomento e capire un po’ in giro come la si pensa.

Bhè, magari ho fatto la scoperta dell’acqua calda, però, forse è che ne sto prendendo atto solo ora.

Intanto la scorsa settimana sono stata alla Fiera del Levante, giunta quest’anno alla sua 74^ edizione. E’ questo un

appuntamento immancabile per noi baresi, che pur conoscendola a menadito (visto che son appunto 74 edizioni

che presenta sempre le stesse cose), non avendo niente di meglio da fare, ci rechiamo puntuali ogni anno

a renderci conto della situazione. Come quando si fa l’album delle figurine: ce l’ho…ce l’ho…..questo pure…..

questo l’ho preso tre anni fa… E poi usciamo con l’animo in pace, magari spulciando quà e la, esce sempre una

cosina che non avevi ancora preso.

E sì perchè con cadenza decennale, magari uno stand nuovo lo aprono pure. E menomale da qualche anno c’è

quello della Francia.

 

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“Bello”, direte voi. Sì, giusto pochissimi espositori come questo. Per il resto tovaglie cerate a fantasia, salumi, spezie, caramelle e biscotti

a peso d’oro. E tutte le cose belle francesi che troviamo sul web o che portano in altre fiere? Va bè, va….

Ok, passiamo agli acquisti fatti:

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Pantofoline marocchine (non sono il massimo della comodità, ma per dieci euro, mi piacciono comunque) e un bel pezzo di sapone

alla lavanda ambrata della Savonnerie Forte ( tre euro e 50 di buon profumo nel bagno). Diciamo che per quest’anno è andata bene.

Per poco non mi sono anche incontrata con Anna. Che rabbia!

Panico!!! Due giorni fa la mia piccola, ma insostituibile  Brother ( voi direte “ eccome se la puoi sostituire!!! E’ na’ scarioletta!”)

ha deciso di farmi impazzire. Veramente è da quando l’ho comprata, cinque anni orsono, che fa le bizze….Mi son cantata da sola

“ Se ti perdo…non so che farei….ricorderò sempre ogni piccolo istante vissuto con te…” di Alan Sorrenti. Per poco non spaccavo qualcosa….

Per fortuna c’è lui, Bob l’aggiustatutto

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che me l’ha letteralmente smontata pezzo pezzo e me l’ha rimontata “pezzo pezzo”

 

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…….ehm…..veramente non so com’è….gli sono

avanzati due pezzi…..e siamo ancora lì che li guardiamo interrogativi…..

 

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Per il momento funziona.  Poi si vedrà.

 

Comunque ci tenevo a dire che ci ho provato anch’io a fare i mitici Cupcakes americani.

All’inizio non ero molto convinta di mostrare le foto, ma poi mi son detta “ma si va, la prossima volta verranno meglio e li

posterò di nuovo”.

 

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Ok, l’impasto era quello giusto, a dir poco perfetto. A quattro giorni dalla realizzazione (tenuti in frigo) sono ancora

perfetti. La crema di copertura inizialmente era ok, ma ho fatto l’errore di lavorarla troppo quando ho aggiunto

il colorante e mi si è afflosciata. Non c’è stato verso di farla riprendere neanche dopo parecchio tempo in freezer.

Ritenta, sarai più fortunata. Però ci penso prima di ritentarci. Questi carinissimi dolcetti risultano essere eccessivamente costosi

in proporzione alla resa. Anche se non si direbbe.

Dopo avervi “tediato” (come dice sempre mio figlio Flavio il perfettino) con le mie chiacchiere ho un regalino per voi.

Magari arrivo un po’ in ritardo con la moda dei gufetti, ma a me è girato di farli ora.  E così, in un mare di “little owls” in giro

per il web, ne ho disegnato uno tutto mio e chissà che non venga anche a voi la voglia di divertirvi a farne uno.

 

Tutorial gufetto by Atelier Lavanda (Little felt owl tutorial)

 

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Vi serviranno dei feltri colorati, due bottoncini neri, zig zag colorato a piacere ma in tinta con i feltri scelti, nastrino a piacere,

paillets, filo moulinè , colla a caldo e ovattina da imbottitura. Ricavate i seguenti pezzi dal cartamodello

 

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Applicate con colla calda lo zig zag sul petto del gufo. Con pochissima colla solo al centro del corpo, fissate il petto.

 

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Incollate anche il becco e con il moulinè a due fili bloccate il petto al corpo cucendo tutt’intorno con un semplice sopraggitto.

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Fissate i bottoncini sui due pezzi dell’occhio con ago e filo e poi con del moulinè a contrasto fissate i due pezzi di feltro fra loro

con il sopraggitto.

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Con una filza segnate con il moulinè a due fili, delle venature sulle ali. Infine incollate tre paillets.

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Con ago e filo semplice bianco, bloccate gli occhi tutt’intorno con piccoli punti, prendendo anche il pezzo del corpo e fermando sotto gli occhi

anche la parte alta delle ali. Ora unite i due pezzi del corpo fra loro con un punto festone, bloccando anche le zampette fra i due strati.

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Arrivati sulla testa inserite anche il pezzettino di nastro piegato in due e fissatelo proseguendo con il punto festone. Prima di chiudere tutto

inserite dell’ovatta da imbottitura ( senza far scoppiare il povero volatile) e quindi chiudete.

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       Ora potete incollare la parte bassa delle ali al corpo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatto!

 

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Bacetti. Titti

lunedì 13 settembre 2010

Diamoci una mossa

 

In questi ultimi tempi ho attuato una vera e propria disintossicazione da internet.

Non so voi, ma al di là di come mi fumo il tempo ripromettendomi “ guardo quest’ultimo e spengo!” e nel

frattempo me ne son visti altri dieci, mi capita di sentirmi particolarmente nervosa, di avere le palpitazioni

anche di notte, di fare una gran confusione per le troppe idee (per non parlar dei troppi desideri!!!) che si

accavallano a quelle del giorno prima e prima ancora. E vogliamo parlare dei sensi di colpa per faccende

domestiche rimandate? Sedie coperte di roba da stirare, pranzetti da sopravvivenza, polvere ovunque

(vetri e tapparelle ormai non li guardo più).

 

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E con ciò? E con ciò si combina qualcosa in più. Anche se ultimamente ho dovuto fare anche striscioni dipinti per

la parrocchia e per la scuola, ma su questo non mi dilungo.

La parte negativa sta nel fatto che mi son persa parecchie novità dai vostri bellissimi blog e che non riesco quindi a commentare.

Mi rifarò.

Spesso e volentieri ho parlato del fatto che molte delle cose che creo non sono di mio gusto. E’ chiaro che ciò diventa un discorso

frequente quando non sono io a decidere il soggetto. Già, ma perchè?

 

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Effettivamente ( e per quanto possa interessare a qualcuno) forse non ho mai spiegato i miei gusti. Invece trovo frequentemente

in altri blog, una immediata volontaria esplicazione dei generi preferiti, sin dalla presentazione sul profilo.

E questo trovo che sia giusto. Si. Per chi ha le idee chiare.

 

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Non che non abbia le idee chiare. E’ che sono a periodi. E che sicuramente mi è passata da parecchio la fase intensamente

country. E con country intendo quello tendenzialmente quadrettato, pacioccoso, fiocchettoso, pupazzoso….

Non so se son stata chiara. Non che non mi piaccia proprio, anzi.

 

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Per intenderci: se dovessi acquistarlo, non lo sceglierei per me o se dovessi realizzarlo, non lo farei per mia scelta.

Tutto sommato ogni cosa è una nuova esperienza e a parte ciò, pare che come genere sia sempre molto richiesto.

Ora sono molto attratta da linee più stilizzate, più semplici, poco ridondanti: meno fiocchi, meno fiori, meno nastri…

ma soprattutto meno colori.

Io non so voi, ma ci sono giorni in cui mi sento più……..

così…..

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ed altri in cui sono più….

così…

 

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Quindi in certi giorni creerei volentieri cose dai toni caramellosi e romantici ed altri in cui mi faccio prendere

dalla malinconia e mi butterei più su generi natural  french-chic.

Per non parlare di quando mi sento molto “Zakka”.

Chiaramente tutto questo si riflette sulla casa, sull’arredamento e la decorazione, sull’abbigliamento e perchè no,

anche sulla lettura. Il che preoccupa. In particolar modo mio marito, il quale sa che avendone la possibilità ( enorme)

sarei capace di cambiare arredamento e guardaroba con un ritmo pauroso. Peccato, sarà per un’altra vita.

Comunque, tornando ai lavori, la prima creazione dall’alto è una gallina coprivivande, mentre la lavagnetta (Ikea) è

l’adattamento del cartamodello  Folletta porta coperta di “Rosa Tea”.

Tempo fa, anzi ora che ricordo era Luglio, ho creato il mio secondo progetto per la rivista Patchwork Magazine e,

forse per deformazione da country coccoloso, mi è venuta fuori una mucca. Ok, di mucche ce ne sono miliardi ed

effettivamente, la difficoltà di creare qualcosa da te, sta nel fatto che dovresti sforzarti di  realizzare un qualcosa che

sia diverso dagli altri (in mezzo ad un mare di bravissime creatrici), altrimenti, non solo le cose alla fine son quasi tutte uguali,

ma fondamentalmente non ti senti meritevole del titolo di creatrice. Cioè, in parole povere, c’è da scervellarsi per proporre originalità

( senza tuttavia trascendere , dato che alla fine una mucca sarà pur sempre una mucca e non un robot)

 

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E’ questa un’anteprima. Il cartamodello con la spiegazione sul numero di Ottobre di Patchwork Magazine ( almeno penso)

In caso di cambiamenti sulla pubblicazione segnalerò immediatamente.

E lo so, lo so. E’ una mucca simile a tante, si, ma portamestoli e con lineamenti leggermente diversi dalle centomila che ho

dovuto visionare (oltre che ha in più un ciuffettino di “capelli”). Vogliatemi bene, mi voglio già troppo male io.

Il giorno del mio compleanno sono stata ad un matrimonio. E quale occasione migliore per sbizzarrirmi con la mia

amata Nikon!? Ma si sa, le cose non vanno mai come credi e a parte qualche scatto decentemente fortunato, poteva andare

meglio. Molto meglio. E menomale che ci sono i programmi di fotoritocco!

 

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Qualche altro scatto su Facebook. Gli altri scatti…meglio lasciar perdere: ce n’è di pane duro da mangiare!

Avrei altre cose da far vedere, ma il post mi è venuto fuori sin troppo lungo ed io mi ero ripromessa di scrivere sempre meno

per non annoiare. Quindi qualche altro lavoro lo lascio per il prossimo post. Tuttavia, non mi sognerei mai di chiudere

senza mostrarvi due chicche.

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Un bel giorno dei primi di settembre suona la postina con qualcosa per me. Scendo sinceramente preoccupata: non aspettavo

niente da nessuno. E qui sta il bello della sorpresa. Un regalo inaspettato è capace di stravolgere una giornata o di farla cominciare

nel migliore dei modi. Mi brillano gli occhi appena leggo il nome di una fata  ricamina che già conoscevo: Ilaria de La Pecora Rosa.

La dolcissima Ilaria ha avuto un delizioso pensiero per me e io non le sarò mai grata abbastanza. Spero di farla felice mostrando

le immagini di queste due dolcezze . Grazie ancora Ila.

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Un bacio a tutte!!!

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